Urbano VIII

Firenze, 5 aprile 1568 – Roma, 29 luglio 1644

Educato dai gesuiti e laureato in giurisprudenza a Pisa, il figlio di mercanti Maffeo Barberini si avvia ad una fortunata carriera ecclesiastica che nel 1606 lo vede cardinale e papa nel 1621, inizio di un pontificato lungo e difficile. A un’Europa straziata dalla Guerra dei Trent’anni e un’Italia tutt’altro che pacificata in secolo e spirito, Urbano VIII risponde sicuro nel solco dei dettati tridentini. Se in politica soffre, ora schiacciato tra potenze europee via via più indifferenti ai richiami romani, ora fallimentare nella guerra di Castro scatenata per quegli interessi familiari che lo trovano a far nomine rovinose per l’erario pontificio, il Barberini incontra il successo nello spirito: con lui cresce l’autorità del Papa entro la Chiesa e si rafforza l’Inquisizione che, in quegli anni, processa Campanella e Galilei. Tra Bernini e Borromini, non manca di gratificare i sensi quando si prodiga negli sfarzi architettonici che, col saccheggio delle antiche rovine di Roma, faranno esclamare alla voce satirica del Pasquino «Quod non fecerunt barbari, faciunt Barberini».

 

Parte della serie Religiosi

Commenta