Marcel Lefebvre

Tourcoing, 29 novembre 1905 – Martigny, 25 marzo 1991

Dal Collège du Sacre-Coeur di Tourcoing, dal Pontificio Seminario Francese Marcel Lefebvre esce ordinato sacerdote (1929) per intraprendere – già membro della Congregazione dello Spirito Santo – un’intensa attività missionaria nelle colonie francesi dell’Africa atlantica (1932). È primo arcivescovo di Dakar (1955-62) quando Eugenio Pacelli passa le chiavi di San Pietro a papa Giovanni XXIII: nella commissione preparatoria del Concilio Vaticano II (1960-2), Lefebvre dà prova d’un tradizionalismo integrale che, nonostante sottoscriva infine i documenti conciliari, l’opporrà duramente ai più significativi cambiamenti introdotti dall’ecclesia – dalla libertà religiosa al rinnovamento liturgico, dall’afflato ecumenico di dialogo con le altre religioni alle proposte, rimaste sulla carta, di governo collegiale della Chiesa. Riforme «ereticali» cui dal 1969 Lefebvre risponde con la Fraternità sacerdotale di San Pio X – patrono non casuale – intesa a salvaguardare la tradizione della Chiesa preconciliare formando gioventù nel seminario svizzero di Ecône. Sospeso a divinis (1976) quando alla chiusura del seminario, al divieto di nominare nuovi sacerdoti ribatte disubbidendo, Lefebvre smentirà il riavvicinamento tentato da Woytjla andando incontro a necessaria scomunica quando, perché l’opera sua gli sopravviva, ordina quattro vescovi aprendo uno scisma che delle tensioni e dei dubbi sorti lungo il difficile cammino postconciliare della cattolicità è tra i segni più evidenti.

 

Parte della serie Religiosi

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