Sant’Agostino di Canterbury

Roma, 13 novembre 534 – Canterbury, 26 maggio 604

È priore del monastero benedettino di Sant’Andrea, a Roma, l’Agostino forse di nobili natali cui papa Gregorio Magno, nell’estate 596, affida un manipolo di monaci per un’impresa senza precedenti: la riconquista all’Evangelo dell’Inghilterra meridionale, terra che l’invasione dei Sassoni pagani (secoli V-VI) ha strappato alla Parola cui Agostino saprà invece ricondurla grazie all’appoggio di Etelberto I, il re del Kent che la moglie Berta, franca, ha avvicinato alla religione cristiana. In virtù della conversione di massa che il giorno di Natale 597 segue quella del sovrano, Agostino – già consacrato vescovo da San Virgilio d’Arles – riceverà col pallium la giurisdizione metro politica su tutta l’Inghilterra: così diretto dal Santo Padre, a mezzo d’epistole, alla riconsacrazione dei sacelli pagani in luoghi di culto cristiano come alla formazione e all’insediamento di dodici vescovi suffraganei, il suo apostolato avvia con l’evangelizzazione del Regno del Kent l'assoggettamento a Cristo della maggiore delle isole britanniche, segnando perciò un momento cruciale della loro storia. Fondato col monastero dei santi Pietro e Paolo – poi ribattezzato in suo onore – la seconda maggiore casa benedettina d’Europa, Sant’Agostino lascia a Canterbury, con la propria residenza episcopale, la sede primaziale d’un Inghilterra di cui è giustamente considerato l’Apostolo. 

 

Parte della serie Religiosi

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