Pio XI

Desio, 31 maggio 1857 – Città del Vaticano, 10 febbraio 1939

Laureato in teologia, diritto canonico e filosofia il sacerdote Achille Ratti si vede interrotta la tardiva ma intensa carriera diplomatica avviata nel 1919 da una nomina ad arcivescovo di Milano cui fanno seguito la repentina creazione a cardinale e l’elezione al Soglio. La ferma volontà di risolvere una buona volta la Questione romana lo porta con «l’uomo della provvidenza» Mussolini a quei Patti Lateranensi (1929) che segneranno i rapporti tra Chiesa e Stato italiano ben oltre l’era fascista. Insidiata dallo statalismo feroce dei totalitarismi e schiva ancora dell’opzione democratica, la Chiesa di papa Ratti condanna l’Action Française così come le vessazioni dei fascisti contro l’Azione Cattolica, ma tace volentieri sulla Spagna e preferisce stroncare il comunismo ateo con l’enciclica Divini redemptoris. Se poi nella Mit Brennenden Sorge si fa una promettente e severa critica del nazionalsocialismo e del suo carattere razzistico e persecutorio, alla clamorosa affermazione del 1938 sulla natura semitica dello spiritualismo cristiano non seguirà una condanna dell’antisemitismo tout court né tantomeno una netta presa di posizione nei confronti della Germania nazista per la morte di papa Ratti e la decisione di Pio XII di cassare l’«enciclica perduta» Humani generis unitas

 


Parte della serie Religiosi

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