Philippe Pétain

Cauchy-à-la-Tour, 24 aprile 1856 – L’Île-d’Yeu, 23 luglio 1951

La vita marziale di Philippe Pétain, insegnante alla Scuola superiore di Guerra, ha una svolta allorché la Francia si trova impantanata nella Grande Guerra: incaricato di difendere Verdun dall’offensiva germanica, Pétain riporta una vittoria che lo consacra eroe nazionale e nelle sfere militari lo fa stimare tanto da valergli, nel 1917, il comando supremo. La carriera politica avviata tra le guerre trova un decisivo sbocco nel 1940, quando l’irresistibile forza dei Tedeschi nuovamente invasori spinge Pétain e il collega Weygand a deporre il primo ministro Reynaud: è suo l’esecutivo che firma l’armistizio con Hitler ed è Vichy la capitale del nuovo Stato autoritario, corporativo e paternalista che il maresciallo Pétain fonda sul trinomio lavoro-patria-famiglia, all’insegna di un collaborazionismo vanamente neutralista e, quando sottomesso definitivamente alla linea Laval, capace di seguire i nazisti fin nella pulizia etnica. Quando tutto è finito, Pétain non può che rimettersi spontaneamente alla giustizia, che troverà conveniente alla sua tardissima età il commutare in ergastolo la pena capitale.


Parte della serie Autoritari

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