I migliori film del 2014

Da Ceylan a Nolan, dalla Rohrwacher a Von Trier

La classifica dei migliori film usciti in Italia nel 2014 per i redattori della sezione Cinematografo de L'Eco del Nulla. La Top Ten internazionale capitanata da Nuri Bilge Ceylan con Il regno d’inverno – Winter Sleep, Palma d'oro a Cannes, e chiusa da L'amore bugiardo - Gone girl di David Fincher, futuro candidato per la corsa agli Oscar del prossimo febbraio.


Il regno d’inverno – Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan
Settimo film del suo sofisticato autore, Il regno d’inverno – Winter Sleep (Kis uykusu, il titolo originale, significa “ibernazione”, letteralmente “sonno d’inverno”) s’impone come opera sinfonica per ampiezza e complessità, raffinata nelle intime sfumature della sua poetica. L’autore che del silenzio aveva più di altri fatto una peculiarità del suo cinema qui ne sovverte la forma pur non tradendone il fondamento, affidandosi totalmente alla complessità della parola, nelle cui nascoste insenature l’uomo smarrisce se stesso e le sue relazioni, disvelando di contro un profondo vuoto connaturato nella sua stessa esistenza. Palma d’oro a Cannes.

Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Fedeli al rigore formale del loro stile disadorno, i fratelli Dardenne raccontano la precarietà con la pulizia e il garbo che da sempre contraddistingue il loro cinema. La ricerca di Sandra, un’incredibile Marion Cotillard, capace di svestire i panni hollywoodiani donando credibilità e misura a un personaggio in perfetta affinità alla dimensione-Dardenne, è una ricerca disperata ma dignitosa, tesa proprio al mantenimento di ciò che all’uomo conferisce dignità, il lavoro.
Ancora una volta, l’incanto nella visione da spettatori del cinema dei due cineasti belgi sta dunque nell’asciutto disincanto del loro sguardo autoriale che racconta limpidamente la realtà e la fragilità di chi la vive.


Mommy di Xavier Dolan
Al suo quinto film a soli venticinque anni, il talentuoso cineasta canadese si afferma con un cinema in grado di conciliare abilmente la sensibilità autoriale europea e le virtù della messinscena e dell’intrattenimento americani.
Dolan rinchiude i suoi personaggi dentro un quadro claustrofobico in un insolito formato 1:1, che si estende solo nell’illusorietà d’un breve sogno lontano. Un adolescente irrequieto, incapace di controllare la propria violenza, e una madre forse incapace d’accettarla fino in fondo, ricongiunti in uno spazio cinematografico ristretto che li soffoca ma al contempo li culla come nei confini del grembo materno. Premio della Giuria al Festival di Cannes ex-æquo con Audieu au langage di Godard.


Nymphomaniac di Lars Von Trier
Radicale, arrabbiata e irriverente come tutto il suo cinema, l'ultima fatica di Von Trier, divisa in due volumi, è un affresco potente dell'ossessione sessuale di Joe - Stacy Martin da giovane, una strepitosa Charlotte Gainsbourg al momento dell'avvio della storia. Con un cast ricchissimo ed eterogeneo, il regista danese, provocatore di professione, sfiora più di una volta l'eccesso e duella con il cattivo gusto (non soltanto tematico, ma anche musicale), toccando però vette innegabili: Bach e la polifonia sessuale di Joe, l'albero sulla vetta del monte, l'orgasmo durante le sedute con K. Lo spessore di Trier sta anche nella capacità di mettere in scena la complessità del vissuto, combinando in Nymphomaniac pesca, sesso, violenza, musica, criminalità, religione.


Boyhood di Richard Linklater
Richard Linklater continua a usare metodicamente la propria cinematografia per interrogare la relazione tra il tempo della finzione sullo schermo e il tempo della realtà. Il film racconta la vita di Mason dai sei a diciott’anni e lo fa riprendendone realmente la crescita lungo dodici anni di riprese. Il trascorrere del tempo cinematografico avviene quindi di pari passo ai mutamenti (narrativamente non programmabili) della realtà e della società di cui il giovane e la sua famiglia subiscono via via i patimenti e le ripercussioni, il tutto legato insieme dentro un’opera filmica dalla forte identità, mai disomogenea pur nella discontinuità delle riprese. Nella magia d’una sala cinematografica lo spettatore vede dunque crescere realmente i suoi personaggi e a loro si affeziona come se in quella stessa sala vi avesse vissuto insieme condividendone ogni paura negli anni. Più di un esperimento, forse un’ostinata ossessione del suo autore, Boyhood spinge ‘altrove’ l’orizzonte del cinema contemporaneo.


Under the Skin di Jonathan Glazer
Il britannico Glazer, regista di spot pubblicitari e videoclip di razza - da Karmacoma dei Massive Attack a The Universal dei Blur, da Virtual Insanity dei Jamiroquai a Karma Police dei Radiohead - si conferma autore cinematografico di qualità, originalità e coraggio notevoli. Nel rappresentare il romanzo Sotto la pelle di Michael Faber, Glazer dà libero sfogo alle proprie visioni, dipingendo un raffinato e potente quadro fatto di luci e colori intensi. Nella suggestiva messinscena che evoca lo sguardo di Kubrick, una Scarlett Johansson meravigliosamente eterea incarna l'umanità dell'alieno, predatore e preda di un mondo sintetico macchiato qua e là dagli incompresi, vivissimi colori del sentimento.


Le meraviglie di Alice Rohrwacher
Dallo sguardo limpido e delicato, l’opera seconda di Alice Rohrwacher ha il garbo dell’autentico nel raccontare, tramite gli occhi malinconici di una ragazzina, la disordinata quotidianità di un’assai eterogenea famiglia d’apicoltori che vive in un casale di campagna, improvvisamente minata dalle suggestioni di un concorso televisivo.  Il legame complesso e conflittuale, imperniato su fiducia reciproca e timore, tra il padre rude e autoritario Wolfang e la responsabile Gelsomina, è tratteggiato con sensibilità e candore lungo il sentiero di una forte dimensione evocativa. Lo sguardo di Gelsomina è proiettato altrove, verso la meraviglia che di continuo rifugge ancora disconosciuta e illusoria. Resta il soffio del vento, con la terra, il ricordo e il silenzio. Grand Prix al Festival di Cannes.


Interstellar di Christopher Nolan
Attesissimo ritorno del regista inglese dopo l'ultimo debole capitolo della trilogia del cavaliere oscuro, Interstellar indaga gli spazi del cosmo con gli occhi non dell'uomo, ma di un uomo: Nolan dietro e McConaughey davanti alla macchina da presa raccontano la storia dell'astronauta Cooper. Nonostante una dose notevole di didascalismo scientifico (attendibile o meno, quel che conta nel cinema è la verosomiglianza), la pellicola spicca per l'afflato universale e per un talento visivo e registico che tocca corde alte e si conferma capace dell'impresa di scrivere e rappresentare sequenze metafisiche con invidiabile maestria.


Perez. di Edoardo De Angelis
Opera seconda dell'autore napoletano, testa a testa tra il romano Luca Zingaretti nei panni dell'omonimo avvocato e il Centro Direzionale di Napoli, fulcro delle contraddizioni di una città e di una nazione, Perez. è un dramma limpido, profondo e profondamente attuale. Nella dicotomia legalità-criminalità le sfumature la fanno da padrone, e nello spazio di queste sfumature si muovono i singoli, alla strenua ricerca di una sopravvivenza eletta ad esistenza. L'elegante regia di De Angelis si muove nel bosco criminale con l'onesta ambiguità della vita vera, con una lucidità e uno spessore che fanno di Perez. uno dei film italiani migliori dell'anno.


L'amore bugiardo - Gone girl di David Fincher
A tre anni dal remake di Uomini che odiano le donne e con il punto a favore del lancio della strepitosa serie House of Cards, di cui ha diretto i primi due episodi, Fincher torna a dirigere e stupire. Una regia e montaggio elegantissimi introducono nel grigio terreno dei coniugi Dunne - il puro Ben Affleck e la gelida e inquietante Rosamund Pike. Il regista americano, servito dalla sceneggiatura di Gillian Flynn tratta dal suo omonimo romanzo, continua il percorso intrapreso con The Social Network, mettendo in scena con un disincanto che si fa realistica schiettezza dell'oggi, dove persino i ricordi sono alterati dal racconto e l'ambiguo alternarsi tra verità e menzogne si sposta in base a come la storia viene narrata.



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Parte della serie I migliori film dell'anno

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