Come giocare con lo split-screen e i formati ha influenzato il cinema mainstream
Michael Bay una volta ha paragonato il suo roboante stile cinematografico all’atto di «fottere l’inquadratura», ma se c’è un regista che ama fornicare con le inquadrature, quello è sicuramente Gaspar Noé, che ci bombarda con neon lampeggianti, movimenti di macchina a 360 gradi e primi piani di rapporti sessuali. Lascia quindi di stucco l’inizio...
Dentro il racconto | Alla scoperta della prosa breve di uno degli autori più importanti del Novecento
Cinquant’anni fa, nell’estate del 1966, Samuel Beckett scrisse un racconto chiamato Bing. Inizia così: “Tutto noto tutto bianco corpo nudo bianco un metro gambe aderenti come cucite. Luce calore suolo bianco un metro quadrato mai visto. Muri bianchi un metro per due soffitto bianco un metro quadrato mai visto. Corpo nudo bianco fisso solo gli occhi appena. Tracce intrico...
Intervista al regista di The Northman su vendetta, vichinghi e paesaggi nel suo primo film ad alto budget
Nel suo primo film, il successo del Sundance da 4 milioni di dollari, The Witch, Robert Eggers ha ritratto uno scontro fra Puritanesimo e occulto nel New England del diciassettesimo secolo e l’ha fatto interamente in primo inglese moderno. La seconda opera, The Lighthouse, è un incubo surrealista di sopravvivenza, impregnato di acqua di mare e gergo marinaresco, frenetica mascolinità...
Dentro il racconto | Sulla morte e la malattia mentale nelle opere della scrittrice britannica
«Non ho alcuna informazione utile sulla Nuova Zelanda», è con inusuale reticenza che inizia il saggio di Anna Kavan del 1943, scritto per raccontare il periodo che la scrittrice ha trascorso in Nuova Zelanda. E continua dicendo: «E anche se ne avessi di certo non mi azzarderei a darvele. La trasmissione di informazioni non è il mio campo. L’unico lavoro per cui...
Il racconto di una relazione, un tradimento, e del non saper andare in bicicletta
A Kyle sono bastati pochi giorni per confessarmi dell’altra donna. Gli sono serviti nove mesi per dirmi che non sapeva andare in bicicletta. Non ero sicura di quale delle nuove informazioni sul mio ragazzo mi colpisse di più. Mi feriva che avesse tradito la mia fiducia baciando qualcuno che entrambi conoscevamo, qualcuno che mi piaceva. Al tempo stesso era una follia che non sapesse andare...
Il regista iraniano due volte premio Oscar parla di censura e del rapporto con i media, in patria e all’estero
Ritirare il proprio film dagli Oscar sarebbe un suicidio per la maggior parte dei registi, ma a novembre Asghar Farhadi sembrava a un passo dal farlo. Poco dopo che il comitato cinematografico controllato dallo stato iraniano ha candidato il suo film, Un eroe, all’Oscar come miglior film internazionale, Farhadi ha rilasciato una dichiarazione su Instagram dicendo che era «stufo»...