Benito Mussolini

Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945

Molto prima di diventare il Duce, Benito Mussolini è socialista rivoluzionario e lavora come giornalista. Nel 1911 manifesta insieme a Pietro Nenni contro l’invasione della Libia, alla vigilia del Congresso di Reggio (1912) dove ottiene la direzione dell’«Avanti!» battendo i riformisti. Mentre nel 1914 il suo interventismo lo allontana sia dal giornale che dal partito socialista, dopo la guerra Mussolini riunisce tutti gli antiliberali nei suoi nazionalisti Fasci di combattimento (1919). I Fasci cercano da subito una base di massa e, usando la violenza squadrista per smantellare il potere proletario, trovano l'appoggio della borghesia medio-piccola, degli industriali, degli agrari e infine degli apparati dello Stato.  Trasformato il movimento in Partito Nazionale Fascista, nel 1922 – approfittando della debolezza del governo Facta – Benito Mussolini marcia su Roma e riceve dal re Vittorio Emanuele III l'incarico di formare un nuovo governo. Con il discorso del 3 gennaio 1925, in seguito all'omicidio Matteotti, Mussolini ribadisce la contiguità tra il movimento fascista e la sua azione istituzionale; grazie all'appogio regio, batte l'opposizione aventiniana e fascistizza il suo gabinetto aprendo di fatto il regime. Le “leggi fascistissime” cancelleranno la divisione costituzionale dei poteri in favore di un loro esercizio illimitato da parte del Duce: intorno alla figura carismatica, che ritornerà in ogni sistema ispirato al fascismo, la propaganda organizza un consenso a cui contribuiscono i Patti Lateranensi (1929) e l’integrazione tra partito, società e Stato. L'invasione dell'Etiopia allontana Mussolini dalle «democrazie plutocratiche», mentre l’avvicinamento alla Germania di Hitler significherà leggi razziali (1938) e “guerra parallela” (1940). Le sconfitte militari all’estero e l'occupazione dell'Italia da parte degli Alleati indurranno i gerarchi Grandi e Bottai a deporre il Duce nel luglio 1943. Imprigionato dal nuovo governo Badoglio ma liberato dai tedeschi, Mussolini continuerà a sostenere la Germania nazista e l'occupazione tedesca del paese attraverso la nuova Repubblica Sociale Italiana: anche per questo, non potrà sfuggire alla Resistenza armata, alla condanna a morte da parte del CLN e, infine, al ludibrio di Piazzale Loreto.

 


Parte della serie Fascismi

Commenta