Caspar David Friedrich

Greifswald, 5 settembre 1774 – Dresda, 7 maggio 1840

Uscito nel 1798 dall’Accademia di Copenaghen, il giovane Friedrich mette radici a Dresda per separarsene raramente, in viaggi spesso diretti a quell’Isola di Rünge che più intimamente lo mette in contatto con la natura: di questa, dopo la maturazione sul filo degli acquerelli e degli allora fortunati disegni a seppia, Caspar David Friedrich vorrà fare il tramite tra l’uomo e Dio fin da una Croce della montagna (1807-8) capace così di scardinare la tradizionale simbologia religiosa, rifusa in elementi naturali – la roccia della fede, la montagna di Dio, il sempreverde abete della speranza cristiana, la contorta e morente quercia del paganesimo – tra cui si perde all’infinito lo sguardo, liberato dallo schermo d’un secondo piano che Friedrich cancella dai suoi dipinti. Convinto di uno stile netto e minutissimo eppure capace di restituire il sublime dell’ignoto per fondare uno stato di grazia nell’unificazione della finitezza dell’uomo, della solitudine individuale con l’infinitezza della natura e della comunione dell’universo (Viandante sul mare di nebbia, 1818), Friedrich riesce tuttora, nonostante il tardivo apprezzamento della critica e il naufragio delle opere sotto i bombardamenti dell’ultima guerra, a suscitare un’ammirazione suprema e rapita verso l’intimo del romanticismo. 


Parte della serie Pittori

Commenta