Vivien Leigh

Darjeeling, 5 novembre 1913 – Londra, 8 luglio 1967

È sull’esempio d’una compagna di scuola – Maureen O’Sullivan – che Vivian Mary Hartley s’iscrive alla londinese Royal Academy of Dramatic Art per intraprendere la carriera d’attrice (1932). Del primo marito conserverà soltanto il cognome quando, passata per molti quota quickies, conquista il teatro grazie alla sua magnetica presenza scenica e stringe con Laurence Olivier una relazione clandestina che arriverà all’altare nel 1940: brilla allora d’eclatante successo internazionale per l’indelebile interpretazione di Scarlett O’Hara nell’adattamento cinematografico che a Hollywood Selznick produce del best-seller di Margaret Mitchell, Via col vento (1939). Con la psicosi maniaco-depressiva che forse le provoca l’aborto spontaneo causato da un incidente sul set di Cesare e Cleopatra (1944) e che la tubercolosi aggrava, Vivien Leigh saprà combattere per continuare a lavorare davanti la macchina da presa come sul palcoscenico: ai classici rivissuti ancora per le compagnie di Stratford-upon-Avon e dell’Old Vic Theatre s’intreccia così il secondo Academy Award per la consumata Blanche di Un tram chiamato desiderio (1951). A questa, nonostante la rovina della salute e del matrimonio, oltre che del sodalizio artistico, con Olivier, seguiranno ancora pungenti performances cinematografiche (La nave dei folli, 1965) e, a conclusione d’una carriera, il trionfo newyorkese dell’Ivanov di Cechov.


Parte della serie Attori e Registi

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