Stephane Mallarmé

Parigi, 18 marzo 1842 – Valvins, 9 settembre 1898

Studente potenzialmente brillante ma disordinato e frustrato da gravi lutti familiari, Stephane Mallarmé comincia a collaborare con riviste letterarie a vent’anni, mentre nel 1863 s’inizia alla modesta professione d’insegnante d’inglese che l’accompagnerà per tutta la vita. È dalla sconvolgente lettura dei Fleurs du mal che Mallarmé tenta di trarre il suo modo: una poesia pura, che parli una lingua per iniziati capace di dare al lettore la suggestione delle immagini delle cose, tramite il pulsare, sul fondo misterioso della vita, del ritmo essenziale dell’esistenza spirituale, sospeso su un vuoto e silente abisso di fallimento e disperazione che disgrega e assottiglia la produzione letteraria del poeta. Se all’inizio conosce delusioni e rifiuti, Mallarmé troverà conforto nell’amicizia di Manet quanto degli impressionisti, nonché dei colleghi come Verlaine e Huysmans che, citandolo nelle loro opere, lo avvieranno al giusto riconoscimento che oggi è reso al poeta annoverato tra i maestri del simbolismo.

 

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