Simón Bolivar

Caracas, 24 luglio 1783 – Santa Marta, 17 dicembre 1830

Rampollo dell’ambiziosa aristocrazia creola del Venezuela, Simón Bolivar studia e soggiorna in Europa fino al 1807: allora la patria scossa dal fallito golpe indipendentista di Francisco de Miranda lo ritrova, per vederlo partecipare nel 1811 alla sfortunata rivoluzione suscitata dalla Junta repubblicana di Caracas quando i Bonaparte s’impadroniscono della corona madrilena. Di qui un tortuoso cammino politico e militare che dalla liberazione del Venezuela (1813) alla vittoria finale di Ayacucho (1824) farà di Simón Bolivar el Libertador della Nuova Granada e, poi, dell’intero Sudamerica spagnolo quando a Guayaquil (1822) si collega al martello del Rio de la Plata, José de San Martín. Deciso a unire sotto la sua incontestabile autorità di dittatore i tre Stati della Grande Colombia (1819), del Perù (1821) e della Bolivia di cui è eponimo (1825), Bolivar incontrerà l’opposizione delle élites locali, interessate a favorire il regionalismo sostenuto dalla diplomazia britannica: politicamente isolato, piegato dalla tubercolosi e frustrato dal Perù ostile come dal Venezuela secessionista (1830), Bolivar lascerà il potere per morire privato vicino Cartagena, così consacrandosi alla dorata memoria di massimo Libertador che in America Latina ha saputo informare ideologicamente iperbolici progetti di cooperazione qual era l’Alternativa bolivariana di Hugo Chavez.

 

Parte della serie Rivoluzionari

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