Carlos Manuel de Céspedes

Bayamo, 18 aprile 1819 – San Lorenzo, 27 febbraio 1874

Figlio di grandi proprietari terrieri dell’Oriente cubano, Carlos Manuel de Céspedes studia legge all’Avana e in Spagna, dove già nel 1843 prende parte ai moti liberali di Juan Prim; tornato a Cuba, mette mano a un movimento indipendentista cui dà uno sbocco storico nel 1868, quando de Céspedes libera ed arma gli schiavi della sua piantagione e col Grito de Yara proclama l’indipendenza dell’isola. Ai primi successi in quella che sarà la lunga Guerra dei Dieci Anni seguono presto numerosi rovesci, aggravati dall’opposizione interna che de Céspedes, eletto Presidente del governo rivoluzionario, attirerà su di sé specialmente per l’ambigua posizione circa la schiavitù, di cui la nuova Costituzione ufficializza un’abolizione che non è conveniente imporre ai possidenti dell’Occidente, ostili quanto vitali per vincere la guerra. Inviso così a conservatori e liberali, deposto in absentia e latitante, de Céspedes è infine fucilato dagli Spagnoli per finire sepolto in una fossa comune, da dove pure sarà fonte d’ispirazione per i leader della Seconda Guerra d’Indipendenza Cubana (1895-8).


Parte della serie Rivoluzionari

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