La vita spericolata di Renzo e Lucia

Cosa sarebbe successo se ne I promessi sposi Fra Cristoforo non avesse sciolto il voto di Lucia?

Lucia vorrebbe tornare al convento della Signora, ma Renzo non vuole sentire ragioni. Quasi senza speranza, rapisce la povera Mondella per portarla al di là dell’Adda, ma nel forzarle la volontà non tiene conto della provvidenza. Durante la traversata Lucia riesce a svicolare, e scappa a ritroso lasciandosi alle spalle un Renzo fiaccato e col cuore in frantumi. La protagonista femminile tenta così di divenire novizia, ma la madre glielo impedisce. Senza speranza, rapisce a sua volta la figlia per portarla da Renzo, ma purtroppo le sfugge proprio all’ultimo momento. Così finalmente Lucia tenta di entrare un’ultima volta nel benedetto convento, sicura che prima o poi arriverà qualcun altro dei personaggi della storia a rapirla. E invece niente. Passa alcuni mesi mantenendosi con delle foto in topless vendute ad Esquire; una volta a corto di denaro, scappa nel bergamasco per picchiare la madre e sapere che fine ha fatto quel disgraziato di Renzo.

La madre pare scomparsa, ma il povero Renzo è diventato l’ubriacone del villaggio e passa il suo tempo a riempirsi di vino e a gozzovigliare. Così Lucia è costretta, a suon di persuasivi schiaffoni, a far rinsavire il futuro marito e, dopo un po’ di tempo, lavoro, benzodiazepine e qualche mese nella stessa clinica di disintossicazione di Robbie Williams, i due sono prossimi alle nozze: manca solo Don Abbondio. Costui nel frattempo aveva ricordato finalmente chi fosse Carneade, e saputo delle nozze, con lo scetticismo del filosofo ancora in testa, comincia a piazzare scommesse. Renzo entra nel turbine del gioco, e scommette su se stesso non presente all’altare, e quindi tenta la fuga. Ma dal nulla spunta Agnese che lo placca violentemente gridando come una vedova sarda che ne ha piene le ovaie di questa tiritera. Ridge Forrester di Beautiful è chiamato come testimone dello sposo, prova che nemmeno nella sua soap Brooke aveva dato così tanti problemi. La provvidenza all’interno del romanzo perde finalmente di significato. E per fortuna Alessandro Manzoni si spacca la testa sulla scalinata del duomo di Milano, per cui l’anonimo scrittore non avrà a male se il suo racconto abbia o no annoiato i lettori.

 

Pubblicato su L'Eco del Nulla N.1, "Nuovi inizi", Autunno 2014
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