Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch

Tom Hiddleston, Tilda Swinton, Mia Wasikowska, John Hurt

Adamo ed Eva vampiri immortali, uno (T. Hiddleston) a Detroit dove acquista una certa fama come produttore musicale indipendente, l’altra (T. Swinton) a Tangeri, in compagnia del proprio mentore (J. Hurt). Eva raggiunge Adamo per amore ma a turbare il loro idillio arriva Ava (M. Wasikowska), immatura e dirompente. Così la sorella di Eva resterà con loro fin quando la sua carica eversiva tradirà la loro fiducia e i due decideranno di allontanarsi a Tangeri, dove il Dr. Marlowe, proprio quel Marlowe letterato inglese, li aspetta. Trovandolo in fin di vita, assisteranno al trapasso e avendo al contempo perso una guida spirituale e un fornitore di sangue incontaminato si troveranno costretti a bere dal collo di due giovani amanti.

Da sempre narratore di un’individualità compromessa, Jim Jarmusch abbraccia il declino delle società post-industriali e declama con languore, tra citazioni colte e nostalgie romantiche, l’oscurantismo culturale che accompagna il post-moderno. Le ambientazioni sono simili, da Detroit a Tangeri cambiano le architetture ma l’atmosfera è la stessa; il mondo è una vasta distesa periferica, arida e isolata. Le uniche oasi di un’umanità illuminata sono sparuti individui che scelgono di adombrarsi dalle nubi oscurantiste della globalizzazione, cariche di un diluvio che spazza via la diversità, omogeneizza i costumi e amalgama il pensiero. Individui indipendenti che si muovono di notte, si nutrono di letture raffinate e sangue spurio da contaminazioni virali; così i vampiri di Jarmusch si riforniscono da fonti certificate e si circondano di orpelli pregiati per combattere la noia di un’esistenza eterna. Sono ormai personalità mature, vampiri borghesi, bisognosi di comodità materiali e alla ricerca di un elevazione spirituale. Tacciati di snobismo dalla sorella ventenne della protagonista, ancora dipendente dal caos superficiale dell’esistenza, prosciolti dal regista che, come loro, si ritrova disilluso dagli anni nell’ineffabilità dei momenti terreni. Sono in primo luogo amanti e condividono un percorso, anime congiunte e inseparabili, uniti vagano senza meta nella periferia del mondo contemporaneo.

Prodromi di un'umanità ancestrale, si distaccano dal volgo per farsi emblema di menti capaci, così i loro riferimenti sono grandi scienziati come Einstein o il discusso Tesla – molto caro al regista – o emeriti scrittori e poeti, come Shakespeare o Marlowe. Socialmente sono l’emblema della controcultura americana precorsa da Burroughs e nata ufficialmente con la Beat generation, ambiente di cui Jarmusch costituisce il maggior esponente cinematografico e tessuto sociale ormai stabile e maturo, proprio come i personaggi messi in scena dal regista. Narrati con cifra ironica e sottile vena poetica, tipici tratti dell’autore americano che ultimamente arranca ad eguagliare la freschezza dei suoi precedenti lungometraggi, Ghost Dog o Broken Flowers tra i più famosi, ma indubbiamente in ripresa rispetto alla piattezza del titolo precedente, The limits of control.

Degno di stile è l’utilizzo della macchina da presa, con lunghi movimenti a spirale piomba sui personaggi, introducendosi nel loro isolamento e marcando i momenti di maggiore debolezza e beatitudine. Battuti e beati come nella migliore tradizione Beat anche Adamo ed Eva sono arrendevoli di fronte all’esistenza, portatori di un’interiorità che fraintesa fatica ad esprimersi, preferendo l’introspezione e l’eremitaggio allo sfruttamento intensivo di sentimenti e pensieri, tipici della cultura di massa; sono però anch’essi figli di questa stessa cultura, caratteri Pop nell’accezione più stretta, mischiano sacro e profano senza distinzioni di classe, dai sonetti di Shakespeare al rock alternativo e per quanto possano distinguersi dalle bassezze di un’umanità in degrado in virtù della loro distinta specie vampiresca, non sono esenti dal cedere ai più pragmatici istinti del genere umano, mostrando una natura predatoria quando è in gioco la sopravvivenza. Vampiri o Umani – le distinzioni vanno bene per i critici – poco importa, ricordano i versi di una canzone di De André: “se non sono gigli, son pur sempre figli, vittime di questo mondo”. 

 

 

«Li trasformiamo e basta però, vero?»
«Sei la solita romantica»

GER-USA-GB-FRA-CIPRO 2013 Dramm. - 123' **½


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