Niccolò Copernico

Thorn, 19 febbraio 1473 – Frauenburg, 24 maggio 1543

Grazie agli studi in diritto canonico compiuti in Italia (1496-1503) il polacco Mikolaj Kopernik ben amministra il Capitolo di Warmja, ma alla formazione d’umanista intreccia l’applicazione alla matematica e all’astronomia. Consapevole delle tesi eliostatiche antiche e convinto, come i neoplatonici, della semplicità matematica dell’universo con l’armonia e la simmetria delle sue parti, per conservare circolarità e uniformità dei moti celesti (poi cassate dal suo seguace Keplero) senza incorrere nelle difficoltà metafisiche e tecniche dei tolemaici contemporanei, Copernico preferisce al geocentrismo l’eliocentrismo, ammettendo rotazione diurna, rivoluzione annua e declinazione della Terra. Così, per fornire un’immagine plausibile dell’universo e meglio spiegare, anche col soccorso dell’esperienza, i moti dei corpi celesti, Copernico cancella la distinzione tradizionale tra la cosmologia dei naturales e l’astronomia dei mathematici: il rivoluzionario cambiamento di prospettiva colto nell’unificazione delle discipline permetterà poi di integrare fisica celeste e terrestre. Ma la prefazione del teologo Osiander al De revolutionibus orbium caelestium (1543), indicando contro l'intenzione dell'autore il valore astrattamente matematico piuttosto che concretamente cosmologico dell’ipotesi, scatenerà l’annoso dibattito tra copernicani e anticopernicani; né servirà, malgrado l’impegno di Bellarmino, a salvare il sistema copernicano allora promosso da Galileo dalla condanna romana (1616).   

 

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