Mustafa Kemal Ataturk

Salonicco, 19 maggio 1881 – Istanbul, 10 novembre 1938

Difficile far carriera per il giovane Mustafa, militare troppo moderno per i conservatori e troppo integro per i riformatori di Enver Pasha; eppure è nel perfetto, nel Kemal eroe di Gallipoli che un Paese sconfitto e occupato troverà nel 1919 la speranza di una riscossa. In Anatolia, dov’è per mantenere l’ordine, Mustafa chiama i Turchi e solo i Turchi al riscatto della propria patria; contro il vuoto potere di Istanbul insedia ad Ankara un parlamento e un governo d’opposizione al sultano e agli Alleati suoi padroni; provocato da seguaci interessati ad indebolirlo, guida l'esercito contro gli inarrestabili Greci invasori riuscendo clamorosamente a scacciarli per arrivare a quel Trattato di Losanna che, nel 1923, riconosce un nuovo Stato-nazione, la Turchia. Padrone del Paese che ha salvato, Kemal si avvale di un fortissimo consenso per scatenare un terremoto che porta la Turchia nella modernità: aboliti sultanato e califfato, sciolte scuole e fratellanze religiose, emancipate le donne, cassata la legge islamica, imposto l’alfabeto latino su quello arabo. È per la riforma dei cognomi che al cittadino Mustafa Kemal l’Assemblea di Ankara assegna quello di Ataturk, padre dei Turchi.

 


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