Lucky Luciano

Lercara Friddi, 24 Novembre 1897 – Napoli, 26 Gennaio 1962

Quando a vent’anni esce dalla prigione dove l’ha messo l’eroina, Salvatore Lucania passa dal crimine di strada dell’infanzia alla criminalità organizzata della gioventù malavitosa newyorkese, scalando i ranghi della famiglia (Genovese) che Joe Masseria guida contro Salvatore Maranzano nella «Castellammarese war» (1930-31): allora, sopravvissuto ad una one-way ride di lame e bastonate, Charles Luciano è già Lucky e assassinando ambedue i contendenti con l’aiuto di Frank Costello e Mayer Lansky porta al potere la nuova e più moderna generazione di malavitosi che a gang war incompatibili con l’efficace gestione di affari, politica e sindacati preferiscono la composizione dei dissidi che soltanto può dare una Commission posta al vertice della mafia americana; eppure gli si riconosce ancora il titolo di «capo di tutti capi» con l’annesso potere, che eserciterà anche dal carcere quando, per sfruttamento della prostituzione, il pubblico ministero Dewey riesce a farlo condannare a decenni di reclusione cui Luciano saprà sottrarsi mettendo al servizio della causa alleata, anche forse per lo sbarco in Sicilia, l’immensa sua rete d’informazione e controllo. Se l’opinione pubblica e l’insistenza della narcotici lo toglieranno alla Cuba di Batista, soltanto la morte interrompe il supremo ministero degli stupefacenti che Lucky Luciano dirige indefesso dall’esilio italiano.

 


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