Il dio del complotto

Come il complottismo ha ridotto il caos della realtà alla semplicità di un disegno ordinato

La natura e l’uomo ci hanno spesso riempiti di incertezze: sulle tante mappe del mondo e della società che abbiamo tracciato rimanevano sempre degli spazi bianchi. Escludendo il soprannaturale dalla comprensione della realtà, la scienza moderna ci ha permesso di padroneggiare larghi tratti del mondo naturale e lo stesso si può dire, per il mondo politico e sociale, di quell’insieme di tecniche e conoscenze che oggi fa funzionare (più o meno) gli Stati. Ma agli occhi di molti il mondo umano rimane incomprensibile a causa dello straordinario livello di complessità a cui è giunto e del mancato successo di quanti, dai tempi dell’Illuminismo, hanno creduto che l’istruzione potesse perfezionarne la materia prima, l’uomo. Non solo: poiché le speranze riposte nel potere della scienza e della tecnologia vengono disattese da disastri naturali, sconquassi climatici e malattie, questa incomprensibilità ricade nuovamente sulla natura. Perciò l’uomo, assillato da dubbi e paure suscitate da una realtà in continua e rapida trasformazione, si è messo in cerca di verità capaci di renderglielo comprensibile più delle spiegazioni ufficiali fornite dalla politica, dalla scienza e dall’accademia, delle quali non si fida perché non calmano le sue ansie, anzi, le alimentano. Strada facendo, quest’uomo – o questa donna – può arrivare a scoprire (o almeno così crede) che il tessuto del reale corrisponde a delle trame che entità malvagie hanno ordito regolarmente a suo danno, e in perfetto contrasto con quelle verità istituzionalizzate che già lo lasciavano insoddisfatto: i prestiti facili non sono un’opportunità, sono una catena; i vaccini non proteggono il corpo, lo compromettono; gli OGM non sfamano il pianeta, lo avvelenano. Queste trame, così come i loro autori, sono al tempo stesso misteriose e in piena luce, ubique e facilmente indicabili, tenute nascoste dai diretti responsabili o da utili idioti fino ad un attimo prima e adesso improvvisamente svelate dall’atto stesso di dichiararne l’esistenza.
 

Queste trame, così come i loro autori, sono al tempo stesso misteriose e in piena luce, ubique e facilmente indicabili, tenute nascoste dai diretti responsabili o da utili idioti fino ad un attimo prima e adesso improvvisamente svelate


Per scongiurare il rischio che tutto questo scivoli di nuovo nell’ignoto, permettendo a qualcuno di continuare a manipolarlo, l’uomo riduce volentieri questo caos alla semplicità di un disegno ordinato, alla volontà perversa di un unico burattinaio e finisce così per creare una divinità che gli si offre come chiave universale per comprendere i meccanismi del cosmo ma anche come responsabile di quanto nel cosmo va male e gli fa del male: un tempo erano i demoni, i massoni, gli ebrei, oggi sono le multinazionali del petrolio, dei farmaci e del cioccolato, le banche, il capitalismo, il fascismo, gli ebrei, gli eurocrati, gli impiegati statali e così via. Non è un capro espiatorio perché non sta lì a farsi sacrificare, è un potere a cui bisogna sottrarsi. È uno stratega del male sempre intento a distruggerti, il primo di tutti i cospiratori: è il diavolo del ventunesimo secolo.
Questa verità, dunque, rivela la presenza di un pericolo terribile, ma scoprirla è l’unico modo per salvarsi: sapere chi muove i fili consente di emanciparsi dalla propria condizione di burattini. Ma, come accade in ogni religione, bisogna passare dalla teoria all’azione, ovvero alla conoscenza deve seguire un atteggiamento di resistenza che dev’essere predicato e messo in pratica. Prende forma, così, un codice esistenziale per iniziati: se vuoi essere giusto e (h)onesto, se vuoi fare il bene e vivere bene, riconosci gli agenti del male e lotta contro di loro. Metti a nudo la congiura e sventala quando t’incombe sopra. Non acquistare prodotti a base di olio di palma, uccideranno te e il pianeta; non votare il partito di maggioranza, punterà solo a conservare il suo potere; non ascoltare il dottore, ha dei secondi fini. Non di rado, a pronunciare queste parole è una figura carismatica, un maestro che ci tranquillizza distribuendo verità inaccessibili ad altri e odiose ai nemici, che ci rafforza indicando dov’è il male: sempre fuori da noi. E aggiunge, magari con genuina convinzione: compra piuttosto questo prodotto; vota piuttosto quel partito; ascolta piuttosto me. Sono questi impostori e falsi profeti, oggi incarnati dai mattatori dei social network, a far fortuna ogni volta che l’uomo, per vederci un po’ più chiaro e liberarsi da ogni responsabilità personale, è pronto a riabbracciare la vecchia superstizione secondo cui da un’unica fonte deriva tutto il male del mondo.

 

Pubblichiamo questo articolo, contenuto nel numero Complottiin seguito al pezzo
Apologia del complotto di Alessandro Lolli, pubblicato sulla rivista Not, che ne chiama in causa i contenuti


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