Cosimo I de’ Medici

Firenze, 12 giugno 1519 – Villa di Castello, 21 aprile 1574

Del ramo de’ Medici meno politico, figlio cioè di Giovanni delle Bande Nere, è alla morte violenta del cugino Alessandro che Cosimo si fa Duca di Toscana per l’appoggio di Carlo V d’Asburgo; piegati a Montemurlo i fuoriusciti repubblicani, delle istituzioni del cugino Cosimo I de’ Medici farà vuota forma in favore della sostanza del suo più moderno, perché più accentrato, potere. All’ambizione espansionista dà fiato una politica estera sì filospagnola, ma vibrante d’un’autonomia capace di rivolgimenti che porta al fallimento di Lucca sì, ma al successo di Siena; e alla volontà di razionalizzare l’amministrazione dà la mano la passione medicea per l’edificio, donde gli Uffizi del Vasari, così come al bisogno d’apparato accorre l’ancora ereditario gusto del benessere, con la magnificenza cui Ammannati e il Tribolo elevano la collina di Boboli e quel Palazzo Pitti che Eleonora da Toledo ha voluto per la famiglia ducale. Oltre che delle arti e delle lettere Cosimo pare protettore anche delle idee meno ortodosse, finché non tradirà e consegnerà al Sant’Uffizio l’eretico Pietro Carnesecchi per aver dal papa Pio V Ghislieri l’agognato titolo di Granduca.

 

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