Claudio

Lugdunum, 1 agosto 10 a.C. – Roma, 13 ottobre 54

Parente d’Augusto e Marco Antonio insieme in quanto figlio di Druso maggiore e Antonia minore, Tiberio Claudio Druso è creduto inetto alla politica: relegato agli studi di storia e filologia e quindi virtualmente fuori dal palazzo, sarà con l’assassinio di Caligola l’unico maschio adulto della dinastia Giulio-Claudia, e quindi acclamato dai pretoriani imperatore (41). Deciso a coartare l’umore e il volere di un ordine senatorio ancora influente nel giovane Impero, Claudio restituisce autorità al senato, restaura religione e costume, ripristina la censura mascherando con la vantata resurrezione delle tradizioni repubblicane un’epurazione del Senato a favore di una progressiva osmosi con l’elemento equestre; al desiderio di un Impero più coeso consacra vaste concessioni di cittadinanza romana e tenta con successo di consolidare i confini in Mauretania e soprattutto in Britannia, dove conquista stabilmente fino alla linea Tamigi-Saverna (43-51). Alle quarte nozze con quella sua nipote Agrippina che contro suo figlio Britannico saprà imporre per la successione il proprio Nerone, Claudio deve forse l’avvelenamento che l’uccide, lasciando a Seneca mano libera per schernire nell’Apokolokynthosis un imperatore tanto odiato dalla vecchia classe dirigente quanto destinato a successiva rivalutazione.

 


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