Carlo di Rudio

Belluno, 26 agosto 1832 – Pasadena, 1º novembre 1910

Rampollo d’una decaduta famiglia della nobiltà veneta, dal nonno austriacante Di Rudio è condotto a San Luca milanese per farsi ufficiale asburgico: ma le Cinque Giornate lo scacciano da Milano e dall’Austria, spingendolo ad abbracciare Mazzini, precocemente versare il sangue nemico e quindi difendere Venezia sotto l’adorato Pietro Fortunato Calvi (1849). Inizia così un rocambolesco percorso che vorrà il conte Carlo di Rudio prima nell’avanguardia dell’eversione mazziniana, dunque in Inghilterra, dove conosce la miseria degli espatriati ma anche la futura moglie, e dove l’avvicina il Felice Orsini con cui tenterà invano d’uccidere l’odiato Napoleone III all’Opéra (1858). Graziato dal patibolo ma condannato alla Caienna, incredibilmente Di Rudio evade per tornare a Londra e presto imbarcarsi per gli Stati Uniti: qui sarà volontario nordista tutta la Guerra di Secessione (1861-5) per poi trasformare l’innato spirito guerriero (e una pelle eccezionalmente dura) negli strumenti di una nuova vita che gli permette di crescere in America una famiglia numerosa e che, come ufficiale del 7° Cavalleggeri di George Custer, ne farà uno dei pochi sopravvissuti del Little Big Horn (1876) e un protagonista insieme delle guerre indiane e della conquista del West, fino alla pensione (1896) e al meritato riposo.

 


Commenta