Black Mirror: Bandersnatch | Scegliere

La recensione interattiva dell'episodio speciale di Black Mirror targato Netflix

Carico di aspettative, Stefan si reca alla Tuckersoft per proporre Bandersnatch. Il boss Mohan Tucker è entusiasta del primo test del videogioco e gli offre di lavorarci negli uffici della società: «Ecco la mia proposta. Avrai un paio di scrivanie e un team tutto per te. Prima da cosa da fare, snellire il progetto. Quel mattone di libro non entra in 48k». La messa in scena e il solido impianto emotivo-narrativo della sequenza conducono lo spettatore verso il sì, un sì che però non sembra incontrare i favori di Colin. Ma Stefan accetta, ha scelto. Le perplessità di Colin si paleseranno all’uscita del gioco – uno dei primi realizzati dalla Tuckersoft in team – che, commercializzato in una versione incompleta, si rivelerà ben presto un flop totale. «Sembra che si siano affrettati a terminarlo per fare soldi facili. Avrebbero dovuto ricominciare da capo e riprovare. Zero stelle su cinque, terribile», dice in tv un indisponente recensore. Ma Stefan non molla, vuole tornare indietro: «Devo riprovarci. Io riprovo».

Cosa significa compiere una scelta? Bisogna fare la scelta giusta perché dopo non si torna indietro, ma finché non si sceglie tutto resta ancora possibile. «L’uomo è condannato ad essere libero», scriveva Jean-Paul Sartre in una formula apparentemente paradossale. Secondo il filosofo francese soltanto gli esseri umani dispongono di questa libertà, completa e assoluta, di stabilire i fini della propria esistenza e l’uomo è interamente responsabile delle sue scelte, irreversibilmente ingabbiato nella “tragedia della responsabilità”. Del resto esiste indubbiamente un nesso intrinseco tra responsabilità e scelta, vale a dire quell’atto decisionale individuale che ci conduce a selezionare una cosa al posto delle infinite altre possibili. Compiendo una scelta ci assumiamo dunque delle responsabilità, ma siamo davvero sicuri che sia così?

«Mi dispiace amico. Scelta sbagliata», dice Colin dando una pacca sulla spalla a Stefan che ha appena accettato la proposta di Tucker: ha davvero scelto? Il dubbio è lecito perché la libertà di scelta, tanto per lo spettatore quanto per Stefan, viene in questo caso smentita dallo stesso episodio che, per bocca di Colin, ci condurrà da lì a poco a tornare indietro. È dunque l’episodio stesso a far sorgere spontaneamente la domanda: c’è o non c’è libero arbitrio?

 

C’È LIBERO ARBITRIO

NON C’È LIBERO ARBITRIO


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