Baldassarre Castiglione

Marcaria Mantovana, 6 dicembre 1478 – Toledo, 2 febbraio 1529

Ai marchesi Gonzaga, suoi signori e fautori, Baldassarre Castiglione vorrà sottrarsi quando la vista di Roma e d’Urbino lo folgora tanto da spingerlo dai palazzi mantovani a quelli feltreschi (1503), dove governa Guidobaldo e brilla Elisabetta Gonzaga: matura qui un equilibrio sovranamente rinascimentale, tra l’otium degli studi e il negotium d’una vita militare e diplomatica che nel travaglio delle Guerre d’Italia Castiglione svolgerà tra Mantova, Urbino e Roma – vi stringerà fraterna amicizia con Raffaello – finché, rinnovato nello spirito e presa per Leone X la tonsura, nunzio apostolico a Madrid, tenta di rattoppare la politica estera di Clemente VII. Reso così consapevole della terribilità d’un tempo tutto armi e torbidi, Castiglione tornerà sovente alle pur difficili dolcezze della corte urbinate per trarne il vivo dialogo del Cortegiano (1528): nell’attitudine al conversare ridente e mondano, alla politezza che smussa gli spigoli dell’indole animale, all’intrattenimento che, in realtà, trattiene dall’aggressività e consiglia il calcolo e la conciliazione, si delinea un modello di vita umana fondato sulle buone maniere che, come il Galateo del Della Casa, saprà giovarsi dell’ascendente culturale delle corti di re e signori per uscirne, diffondersi nella società urbana e così contribuire in modo determinante al moto moderno della civilizzazione. 


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