Walter Scott

Edimburgo, 15 agosto 1771 – Abbotsford House, 21 settembre 1832

Innamorato fin da piccolo delle storie dello Scottish Border che ascolta dai familiari, alla giurisprudenza il giovane Scott preferisce ben presto la passione per le lettere e la storia che lo divora, portandolo ai poeti tedeschi allora propulsori europei del Romanticismo: qui troverà lo spirito necessario a raccogliere e rigenerare la tradizione orale delle Border Ballads la cui pubblicazione (1802) gli dà una prima notorietà. Spinto da una straordinaria sensibilità per il pittoresco a cercare nel passato la viva profondità dell’umano che la sua romantica «seconda vista» gli permette di sondare, Walter Scott sposta indietro nel tempo l’interesse per il costume del romanzo settecentesco e il vigore dialogico del dramma per dare all’Europa fin dal celebre Waverley (1814) il romanzo storico, genere nuovo eppure capace di enorme ed immediato successo. Dall’ambientazione scozzese (Rob Roy, 1818) passato all’inglese (Ivanhoe, 1819) e oltre, Scott salirà in fama e ricchezza per precipitare, colpevole, nella bancarotta dei suoi editori: è per pagare un debito astronomico che il «grande vecchio» delle lettere britanniche s’immola in uno sforzo sovrumano di scrittura che ne sbiadisce il colore e lo consuma fino alla morte senza compromettere la sua giusta e duratura fama.

 

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