Michail Bulgakov

Kiev, 15 maggio 1891 – Mosca, 10 marzo 1940

Abbandonata per mancanza d’interesse la medicina, Michail Bulgakov affida a La guardia bianca, romanzo uscito a puntate nel 1925, i tratti originali della sua opera di scrittore e drammaturgo: nello scanzonato e realistico ritratto degli antieroi della guerra civile è innervata quella sonora nota satirica che attirerà sull’autore il successo del pubblico così come il biasimo e la censura feroci delle alte sfere. L’avvento di Stalin ai vertici dell’URSS porterà Bulgakov fuori dai teatri e dalle case editrici, in un isolamento umano e culturale a cui non è lecito sfuggire nemmeno con l’emigrazione, che Stalin gli nega: è qui che emergerà l’indiscusso capolavoro, quel Maestro e Margherita che mette in scena le sconfitte e le speranze dell’autore e chiama il diavolo in persona a denudare le ridicole rigidità e i segreti desideri di un’élite culturale sovietica ipocrita e corrotta, in un’opera capace di incrociare il ritratto del contemporaneo con il racconto evangelico, la satira tagliente con il tragico profondo. Solo il disgelo degli anni Sessanta vedrà la pubblicazione, e censurata ancora, delle maggiori opere di Bulgakov. 


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