Medardo Rosso

Torino, 21 giugno 1858 – Milano, 31 marzo 1928

All’Accademia di Brera dov’è per un anno dal 1882 il giovane Rosso si dimostra insofferente all’insegnamento accademico, cui preferisce il pittoricismo romantico di un Tranquillo Cremona o di un Daniele Ranzoni, allora elevati interpreti dell’ambiente milanese della Scapigliatura. Cacciato da Brera già nel 1884 per la cattiva influenza sui compagni, Medardo Rosso fa della sua scultura il mezzo d’espressione di una visione coloristica e luminosa d’impronta impressionistica capace di restituire sul materiale plastico l’elusiva percezione del movimento e della luce; di qui la rinuncia a ogni monumentalità o effetto statuario a favore di temi quotidiani (La portinaia e Lo scugnizzo 1883) colti nelle loro cangianti sfaccettature, secondo la cultura naturalistica di matrice positivistica che impera durante il decennio della sua prima produzione e oltre. Colto un successo stabile e duraturo a partire dall’Esposizione Universale di Parigi del 1889, Rosso intreccerà non sempre felicemente la sua esperienza a quella del collega Auguste Rodin sulla via della sperimentazione di materiali e tecniche nuovi verso una sempre maggiore sensibilità agli effetti della luce e prossimità alla pittura che passando per Bookmaker (1894) raggiungeranno i propri estremi in Madame X (1896) ed Ecce Puer (1906).

 

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