Il futuro della sala cinematografica ai tempi di Netflix

Come fare dei cinema un luogo attuale? Le sale degli Stati Uniti e quelle italiane, un sistema vecchio e esempi virtuosi

Sentiamo continuamente parlare di come le sale cinematografiche siano in declino e di come sempre più persone decidono di evitare la serata al cinema per guardare film e serie tv dal comodo divano di casa. Netflix, con il suo ingresso nel mondo del cinema, si è offerta fin da subito come capro espiatorio su cui scaricare le colpe di questa crisi generando, negli Stati Uniti, un acceso dibattito che si domanda se la piattaforma di streaming stia rovinando o meno i film e le sale cinematografiche. Questa polemica è scoppiata nel 2018 quando Steven Spielberg ha dichiarato che i film prodotti da Netflix non dovrebbero essere nominati agli Oscar perché non sono film in senso tradizionale, per il fatto che non vengono distribuiti in sala secondo le regole comuni, e ha toccato un punto interessante con le ultime dichiarazioni di Edward Norton – in sala nel 2019 con Motherless Brooklyn – che suggerisce che non sia Netflix a distruggere i film, ma che siano le sale cinematografiche a farlo. Norton afferma che una buona percentuale delle sale cinematografiche proietta i film con un audio e video che non sono consoni agli standard richiesti da un film e che se le sale cinematografiche mostrassero i film al massimo della loro qualità, molte più persone andrebbero al cinema.
 

Secondo l'attore e regista Edward Norton – in sala nel 2019 con Motherless Brooklyn – non è Netflix a distruggere i film, ma sono le sale cinematografiche a farlo


Le sale cinematografiche sembrano le responsabili anche per quanto riguarda l’ultimo capolavoro di Martin Scorsese The Irishman, dove le grandi sale si sono rifiutate di dargli una distribuzione degna solo perché gli standard di Netflix, come è noto, richiedono che il film vada in streaming non molto tempo dopo l’uscita in sala. Le due parti hanno cercato un accordo, senza successo, e il film di Scorsese ha avuto una distribuzione di gran lunga inferiore a quella che un film di questo calibro richiedeva. 
Anche in Italia il futuro delle sale cinematografiche è oggetto di discussione. Francesco Rutelli, presidente dell’Anica, pensa che la gente continuerà ad andare a vedere i film al cinema nonostante la crescente popolarità dello streaming e Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, ci ricorda di come il cinema sia sempre stata ed è un’arte collettiva. Ma cosa stanno facendo le sale cinematografiche per attrarre nuovi spettatori?

A Los Angeles, la città del cinema, le sale cinematografiche vivono gli stessi problemi di tutto il resto del mondo, ma cercano di rimanere attuali variando la loro offerta. Per anni è rimasto sul mercato MoviePass, un servizio che permetteva agli spettatori di pagare una cifra fissa al mese, e di poter guardare un film al giorno nei vari cinema affiliati in tutti gli Stati Uniti. Questo servizio permetteva agli spettatori di scoprire dei cinema meno conosciuti allo spettatore comune e la loro programmazione, ma soprattutto rendeva un servizio che negli States è estremamente costoso (in una multisala in media 17 dollari a biglietto) accessibile a tutti. MoviePass, nel tentativo di ottenere più abbonati, ha abbassato i prezzi al di sotto del limite economicamente sostenibile ed è andato in bancarotta, ma ha aperto un nuovo mondo di andare al cinema per gli spettatori e per le sale cinematografiche. Altre compagnie hanno seguito l’esempio e hanno trovato altri modi per attrarre nuovi spettatori. AMC, una delle catene più grandi di sale cinematografiche in America, sull’onda del fallimento di MoviePass, ha creato il suo pacchetto personalizzato e gli spettatori americani possono godersi i film nei vari AMC ad un costo irrisorio ed ottenere generosi sconti per il cibo. 

Le sale cinematografiche più piccole, che non hanno il lusso di essere quotate in borsa, trovano altri modi per attrarre spettatori. All’Egyptian Theatre per esempio, uno dei cinema più vecchi e famosi al mondo, non vengono distribuiti i film di recente uscita, ma ogni giorno vengono offerti due film diversi al prezzo di uno, provenienti da qualsiasi periodo e parte del mondo. All’Egyptian Theatre c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere anche per il cinefilo più incallito per via della programmazione variegata e compressa e si cerca di creare una offerta personalizzata e soprattutto di parlare con lo spettatore. Ogni proiezione inizia con un’introduzione fatta dal manager oppure da un esperto che racconta aneddoti sul film, ma sono molti i modi per personalizzare una proiezione.

Per il ciclo dedicato al cinema di David Lynch intitolato “Pie and Coffee – David Lynch Plus” era stato preparato un banchetto dove era possibile comprare il caffè e la torta di ciliegie tipica di Twin Peaks


Un ciclo dedicato al cinema di David Lynch intitolato “Pie and Coffee – David Lynch Plus” si focalizzava su di un film del grande regista in coppia con la proiezione di un film che lo aveva ispirato. Questo ciclo creava valore non solo perché permetteva agli spettatori di vedere film più vecchi, che non avrebbe potuto vedere altrimenti al cinema, ma anche perché aiutava a capire i film di Lynch inserendoli in un contesto. E quindi Cuore Selvaggio insieme ad il Mago di Oz oppure, forse la coppia migliore, Mulholland Drive e Viale del tramonto. Per questo ciclo era stato anche preparato un banchetto dove era possibile comprare il caffè e la torta di ciliegie tipica di Twin Peaks, e Rebekah Del Rio (la cantante del Club Silencio in Mulholland Drive) era stata invitata in sala per una performance live di Llorando. Quello che si crea, concependo la proiezione in maniera così articolata, è un’esperienza non solo cinematografica che inizia nel momento in cui lo spettatore varca la soglia del cinema e termina quando se ne va.
Fino a qualche anno fa American Cinematheque, la compagnia che gestisce l’Egyptian Theatre, era una delle poche ad offrire questo tipo di esperienza a Los Angeles, ma negli anni molte altre compagnie hanno seguito questo percorso e nuovi cinema hanno aperto con la stessa idea di fondo. Negli Stati Uniti stanno crescendo i cinema che offrono servizi di ristorazione e luoghi come Alamo Drafthouse, micro cinema con un massimo di 50 posti con tanto di ristorante annesso, stanno spopolando. E non solo negli Stati Uniti, anche in un paese come la Colombia i cinema si sono attrezzati di sushi bar ed i camerieri ti portano il sushi direttamente in sala.

E cosa si fa in Italia per attrarre persone? Le politiche più comuni sono quelle di abbassare i prezzi svalutando i film e i cinema stessi, da parte delle sale e di chi dovrebbe tutelarle – ne sono un esempio i CinemaDays, le giornate di cinema a 3 euro promosse dal Ministero dei Beni Culturali. Ma ci sono alcune realtà in Italia che fanno qualcosa di diverso, e per questo vengono ricompensati dagli spettatori.
Al cinema Stensen di Firenze, per esempio, si punta su una programmazione molto variegata e con molti incontri con registi in sala, corsi di cinema e proiezioni speciali strutturate per gli studenti delle scuole di ogni grado. A Torino ci sono diversi cinema che hanno puntato sul concetto di comunità, che in tutto il Piemonte hanno aderito ad un abbonamento comune che permette di vedere i film scontati in ognuna delle sale affiliate. Cinema come il Verdi di Candelo si sono accordati con ristoranti vicini e offrono una formula che include cibo, bevande e il biglietto del film ad un prezzo fisso. Al cinema Etrusco e Alfellini di Tarquinia e Grottaferrata si punta su una programmazione personalizzata, con più di un film a settimana per sala di modo che la gente abbia una scelta più ampia di film da vedere. Sul loro sito fanno anche sondaggi per chiedere direttamente al pubblico quale film vogliono vedere sulla base di una lista predefinita. Non solo, si promuove anche l’iniziativa “Anteprime al buio” dove gli spettatori non sanno che film vanno a vedere.
 

Le persone non rinunceranno mai a guardarsi i film da casa, e quello che fa Netflix è solo legalizzare un servizio che fino a poco tempo fa veniva fatto illegalmente


Questi esempi eccellenti dimostrano che le alternative ci sono e che l’unico nemico delle sale cinematografiche è la pigrizia. Netflix, in realtà, fa un favore ai cinema mantenendo in vita i film. Le persone non rinunceranno mai a guardarsi i film da casa, e quello che fa Netflix è solo legalizzare un servizio che fino a poco tempo fa veniva fatto illegalmente. In anni passati tantissime persone guardavano film dal comodo divano di casa piratandoli, e l’industria cinematografica ne soffriva perdendo milioni. Netflix legalizza questo fenomeno e permette allo spettatore di guardare i film senza uscire di casa, continuando al tempo stesso a contribuire al sostegno dell’industria, supportando chi il cinema lo fa – e proprio The Irishman di Scorsese, realizzato soltanto grazie all’interessamento produttivo di Netflix, ne è una dimostrazione lampante. È facile puntare il dito cercando un responsabile per i propri fallimenti, ma le alternative ci sono se si è disposti a trovarle. Dare per scontato che la gente andrà al cinema per sempre non aiuta a risolvere i problemi di pubblico che abbiamo oggi, ingegnarsi per trovare nuove modalità e dare nuove esperienze di visione allo spettatore può essere invece parte della soluzione. In un mondo in continua evoluzione, se non si cerca di rimanere attuali, si rischia di diventare parte della storia prima del necessario.
 

Foto di copertina di Silvia Schablowski, dall'Egyptian Theatre di Los Angeles


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