Herbert Spencer

Derby, 27 aprile 1820 – Brighton, 8 dicembre 1903

Figlio di dissidenti religiosi, anche quando la fede è svanita il giovane Spencer è spinto dall’anticonformismo a rifiutare Cambridge per l’autodidattica; con l’elevatissima istruzione così maturata, ampia ma centrata sulle scienze naturali, Herbert Spencer trova di che vivere scrivendo su riviste di stampo progressista e liberale, finché la cospicua eredità dello zio reverendo non gli permette di lasciare The Economist e dedicarsi, dal 1860, alla stesura della sua opera più audace, The Synthetic Philosophy. Convinto della necessità di rimpiazzare la religione con la scienza e ispirato da un ottimismo tipicamente vittoriano, Spencer rintraccia nella materia una legge di moltiplicazione degli effetti responsabile della crescente varietà del reale all’origine del processo di individuation, condizione essenziale di ogni evoluzione sociale. Evoluzione realizzabile solo affermando la superiorità dell’individuo sulla società e mettendo un lassez-faire socio-economico integrale al servizio di quella struggle for life and death che sola determina, secondo quanto per primo Spencer afferma, la survival of the fittest al centro del cosiddetto “darwinismo sociale”.


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