Giovanni Pico della Mirandola

Mirandola, 24 febbraio 1463 – Firenze, 17 novembre 1494

Le minuscole proporzioni dello Stato mirandoliano non tarpano le ali ai Pico che lo governano e, tra alleanze e matrimoni, siedono con le famiglie più potenti d’Italia. In quest’ambiente cresce Giovanni, che nel 1484 è già reduce di un lungo percorso di studi e membro dell’Accademia neoplatonica ficiniana. Si consacra alla missione di costruire un sapere universale che concili ogni opposto e così tenta di riunire in congresso, a Roma, i saggi dell’ecumene. Al fallimento risponde col De hominis dignitate, vero specchio dello spirito umanistico-rinascimentale: non ha l’uomo forma determinata se non quella che si darà con la sua volontà, e così può fare grazie alla libertà concessagli da Dio. All’affermazione che tutto si può essere Giovanni diede seguito grazie alla sua proverbiale memoria, che gli permise di padroneggiare una cultura sterminata che andava dai classici greci alla cabala ebraica, ancor più sorprendente se riferita alla giovane età a cui Pico passò a miglior vita.


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