Francesco Baracca

Lugo, 9 maggio 1888 – Nervesa della Battaglia, 19 giugno 1918

Uscito sottotenente di cavalleria dalla Scuola militare di Modena, nel 1909, Francesco Baracca dei conti Bianchi ottiene di passare nell’aviazione militare, dove subito innova chiarendo le potenzialità tattiche dell’arma nuova. Dominatore capace dei più diversi apparecchi quando l’aeroplano è ancora poco più che telaio e adrenalina, Baracca è al fronte allorché l’Italia entra in quella guerra grande e drammatica che segna per sempre la fine di ogni sogno di cavalleria militare; un sogno che al Baracca, che sul biplano ha il bianco cavallino rampante che sarà di Ferrari e il motto ad maiora, sembra possibile mantenere in vita mirando «all’apparecchio e non all’uomo». È un’atmosfera romantica e una popolarità sincera quella di cui i fantaccini del Regio Esercito soffondono l’asso Baracca, che li segue dall’alto con la sua celebre 91° squadriglia; e «campione indiscusso d’abilità e di coraggio» rimane nella memoria militare quel vincitore di 34 duelli aerei che sarà abbattuto da un colpo da terra e morirà misteriosamente a pochi mesi da Vittorio Veneto.


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