Dmitrij Mendeleev

Tobol'sk, 8 febbraio 1834 – San Pietroburgo, 2 febbraio 1907

Se deve alla colta madre alto-borghese l’interesse per gli studi e forse all’incontro con esuli decabristi lo spirito progressivo cui informerà la propria professione, è per l’alta formazione scientifica ricevuta negli istituti tecnici promossi dall’intransigente Nicola I che Dmitrij Ivanovič Mendeleev potrà partecipare, quale docente universitario di chimica a San Pietroburgo (1867), alla stagione delle riforme modernizzatrici di Alessandro II: all’impegno per il progresso tecnologico e infrastrutturale della madrepatria, vorrà affiancare un manuale per i suoi studenti, Principî di Chimica. Considerando le scoperte di nuovi elementi del decennio precedente, la proposta di Stanislao Cannizzaro sul criterio di determinazione dei pesi atomici e l’urgenza di trovare regolarità non in gruppi, ma nell’insieme integrale degli elementi, Mendeleev svilupperà l’idea, fin dall’inizio al centro delle sue ricerche, che è la massa la caratteristica principale delle particelle materiali, poiché secondo lui essa determina il tipo e l’entità delle forze di affinità chimica, ovvero di quelle forze d’interazione da cui dipende il comportamento fisico-chimico delle sostanze, il loro modo di reagire: di qui la scelta fecondissima di collegare la capacità di combinazione degli elementi al loro peso atomico, e di porre quest’ultimo come principio ordinatore d’una tavola periodica degli elementi finalmente valida e tuttora in uso.

 

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