Cowboy queer | I modelli di mascolinità nel western Il potere del cane

L’adattamento di Jane Campion del romanzo di Thomas Savage scardina i miti del western

Nonostante il plauso della critica, il romanzo Il potere del cane di Thomas Savage, pubblicato nel 1967, ha venduto poche copie ed è stato in gran parte dimenticato fino alla sua ripubblicazione nel 2001, dopo la quale ha cominciato a essere apprezzato come un classico locale. Ora, a più di mezzo secolo dalla sua prima uscita, potrà finalmente ottenere l'attenzione che merita grazie al nuovo adattamento cinematografico di Jane Campion, che ha debuttato lo scorso dicembre su Netflix.
 

Il romanzo di Savage non ha paura di sovvertire il genere e lo fa con una precisione tale da non avere eguali in nessun’altra opera 


La tradizione di scardinare le convenzioni del genere western è vecchia quasi quanto il genere stesso – basti pensare a Oklahoma! e al suo sottotesto sovversivo – ma il romanzo di Savage, che si svolge nel Montana degli anni ’20, non ha paura di sovvertire il genere e lo fa con una precisione tale da non avere eguali in nessun’altra opera che conosca. Phil Burbank, il personaggio centrale e dominante del romanzo, è il ricco proprietario di un ranch che mostra tutte le caratteristiche classiche della virilità occidentale: cavalca con grazia, sa essere astuto nel saloon e ha una tolleranza apparentemente illimitata per il dolore e il disagio. Phil è anche un uomo impaurito in fuga da se stesso e, quando il lettore lo incontra, ha sepolto le sue vulnerabilità sotto spessi strati di sudore, copripantaloni da mandriano e crudeltà.

Quando suo fratello George, comproprietario del ranch di famiglia, sposa una giovane vedova di nome Rose, Phil sente che le sue difese sono indebolite dall’inconsapevole intrusa. Phil inizia a umiliare sistematicamente Rose, una strategia astuta e brutale che porta alla resa dei conti tra Phil e il figlio adolescente di Rose, Peter. L’ironia – e la tragedia – è che l’esile e studioso Peter si dimostra un antagonista molto più temibile dello stesso Phil. Ne Il potere del cane, la mascolinità così instancabilmente definita e celebrata dal genere western non è una cura per la debolezza, ma una maschera.

Il romanzo è scarno, algido e sottile, e, anche se il fato sembra aver già deciso la sorte dei protagonisti come in un poema greco, riesce lo stesso a scioccare lo spettatore. Phil è un cattivo ipnotizzante, con un carisma malvagio che si disintegra quando il segreto della sua sessualità viene alla luce. Peter, anche lui omosessuale, come si accenna nel romanzo, non ha il fascino manipolativo di Phil, ma ha il vantaggio dell’outsider: rifiutato per la sua effeminatezza e il suo risoluto disinteresse verso il codice dei cowboy, ha poco da temere dagli altri o da se stesso. Savage, che è stato sposato con una donna per 50 anni ma ha avuto una relazione appassionata e clandestina con l’autore di libri per bambini Tomie dePaola, deve essersi immedesimato molto con entrambi i personaggi.
 

Peter, anche lui omosessuale, come si accenna nel romanzo, non ha il fascino manipolativo di Phil, ma ha il vantaggio dell’outsider


La versione di Campion mette al centro il conflitto tra Phil e Peter e il contrasto tra i modelli di mascolinità che incarnano. Il film si apre con la voce fuori campo di Peter, che durante i titoli di testa afferma: «Che uomo sarei mai se non aiutassi mia madre? Se non la salvassi?». Nei panni di Phil, Benedict Cumberbatch esprime abilmente l’agonia interiore del suo personaggio, che si dispera per il presunto tradimento di George, anche se questo non gli impedisce di tramare per distruggere il matrimonio del fratello (George e Rose sono interpretati da Jesse Plemons e Kirsten Dunst, coppia anche nella vita). Ma mentre Cumberbatch è un maestro nel ritrarre il genio sregolato (vedi i suoi Sherlock Holmes, Patrick Melrose, Dominic Cummings e Doctor Strange, tra gli altri), qui ha poche possibilità di farlo. Al pubblico viene detto che Phil è intelligente – «Eri membro della Phi Beta Kappa a Yale, vero?» chiede un ospite del ranch – ma mostra solo sprazzi dell’intelligenza che invece manifesta a pieno nel libro.

Nella versione di Savage, Phil è vagamente consapevole di ciò che sta cercando di nascondere, e in qualche misura inganna anche se stesso. Nel film, tiene il fazzoletto da collo del suo defunto amante teneramente infilato nei pantaloni. L’autoconsapevolezza lo rende una figura più tenue, più triste e meno minacciosa, così come anche i suoi prevedibili e quasi comici tentativi di dimostrare la sua virilità: a un certo punto del film, Phil raccoglie un ingombrante palo da recinzione e lo pianta con ostentazione nel terreno mentre Peter (interpretato da Kodi Smith-McPhee) esamina un fiore nelle vicinanze. Anche se girato in Nuova Zelanda, il film restituisce la vastità e la bellezza del Montana di Savage, oltre al senso di isolamento che può essere sia fonte di sollievo che di tormento.
 

Nella versione di Savage, Phil è vagamente consapevole di ciò che sta cercando di nascondere, e in qualche misura inganna anche se stesso


Quando Il potere del cane fu pubblicato per la prima volta, il genere western aveva già superato il suo periodo d'oro, e la sua popolarità sarebbe stata presto sopraffatta dalla fantascienza e dal fantasy. Anche nel 1967, il romanzo stava probabilmente già sventrando un cavallo morto. Da allora, le definizioni di mascolinità si sono moltiplicate ed espanse, e le identità queer hanno ricevuto maggiore visibilità e sono state in qualche modo accettate, anche all’interno della cultura cowboy: il primo rodeo gay si è tenuto meno di un decennio dopo la pubblicazione del romanzo e ad oggi è una tradizione regionale molto amata. In effetti, ripensandoci, l’intero genere western si può leggere in chiave queer. «Oggi anche il più classico degli western ci appare più internazionale, più sessualmente ambiguo e stilizzato di quanto potesse apparire una volta», osserva lo storico Josh Garrett-Davis nel suo libro What is a Western?.

Eppure, l’influenza culturale del modello maschile tipico del western non ha perso la sua forza. Dal 1967 due presidenti degli Stati Uniti si sono intenzionalmente autodefiniti cowboy, con riflessi evidenti in materia di politica estera. Molti classici di fantascienza non sono altro che western trasportati in altre galassie, con omofobia, sessismo e colonialismo annessi. E naturalmente internet ha prodotto una nuova frontiera per la cultura cowboy, diventando un altro luogo dove giovani frustrati possono urlare contro coloro che vedono come minacce alle loro rigide identità.
 

L’influenza culturale del modello maschile tipico del western non ha perso la sua forza.  Dal 1967 due presidenti degli Stati Uniti si sono autodefiniti cowboy


Ho visto Il potere del cane a Portland, in Oregon, all’Hollywood Theater, che ha aperto le sue porte nel 1926, appena un anno dopo gli eventi centrali del romanzo. A meno di due isolati dal teatro c’è l’Hollywood Transit Center, dove nel 2017 due ragazze adolescenti, entrambe nere, una delle quali indossava il velo, sono state aggredite sul tram da un uomo che urlava insulti anti-musulmani. Quando tre passeggeri uomini sono intervenuti per proteggere le ragazze, l’aggressore li ha attaccati con un coltello, uccidendone due e ferendo gravemente il terzo. Per i mesi successivi, il Transit Center si è trasformato in un santuario, le sue pareti si sono riempite di fiori e scritte in gesso che esprimevano dolore e indignazione. Nel frattempo, il gruppo di estremisti di destra di cui l’aggressore fa parte continua a predicare odio e violenza, incoraggiando i suoi seguaci ad attaccare gli altri piuttosto che a trovare il coraggio di guardarsi dentro. Il sole può essere tramontato sul genere western, ma abbiamo ancora bisogno di ricordare che il cane che abbaia spesso morde pure.

 


Michelle Nijhuis è una giornalista scientifica statunitense, si occupa principalmente di ambientalismo e alcuni suoi articoli sono apparsi su National Geographic e Smithsonian. È l’autrice di Beloved Beasts: Fighting for Life in an Age of Extinction. Questo articolo è stato pubblicato su Literary Hub il 03/12/2021 ► How The Power of the Dog Eviscerates the Myths of the Old Western  | Traduzione di Serena Mannucci


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