Antonio Sant’Elia

Como, 30 aprile 1888 – Monfalcone, 10 ottobre 1916

Conseguito il diploma di capomastro edile nella natia Como, il giovane Sant’Elia passa dall’Accademia di Brera all’Università di Bologna, dove si laurea in architettura nel 1912: a quest’altezza Antonio Sant’Elia è pronto per allontanarsi dagli influssi della Secessione viennese, che ancora informano il suo disegno nel 1911, a favore di una propria ricerca formale in grado di innovare verso una maggiore attenzione alle connessioni tra processi di industrializzazione e moderni materiali edilizi quali vetro e acciaio. Ostile al predominio architettonico di classicismo e art nouveau, nello stesso 1912 Sant’Elia entra decisamente nel movimento futurista, nel cui seno darà alla luce due manifesti teorici e una serie di progetti visionari: città dinamiche, impostate su linee rotonde e forme ellittiche, destinate a rimanere pietre miliari in quel vasto Movimento moderno che vuole coniugate essenzialità e funzionalità nell’elaborazione delle forme e nella creazione degli spazi. Dei pochissimi progetti realizzati, uno è un monumento ai caduti di quella Grande Guerra che tra i suoi morti conta anche il volontario Sant’Elia.

 

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