Alessandro, conte di Cagliostro

Palermo, 2 giugno 1743 – San Leo, 26 agosto 1795

 

Fuggito dal convento dei Fatebenefratelli in cui è novizio, il ragazzo di strada Giuseppe Balsamo viaggia per l’Impero Ottomano studiando, pare, alchimia, ma le fonti lo rintracciano solo a Roma, nel 1768, sposato e pronto a partire per l’Europa in una carambola di nomi falsi che si chiuderà nel 1776 con Alessandro, conte di Cagliostro. Dall’occultismo massonico londinese Cagliostro estrapola una nuova setta di rito egiziano di cui si proclama Gran Copto e riprende a viaggiare per fondar logge in una spirale di narcisismo e ciarlataneria che lo fa millantare virtù taumaturgiche e profetiche. Così convinto di quel che dice di sé da farne verità, il Cagliostro si porta nella Parigi di Luigi XVI, dove le sue sedute spiritiche fanno tendenza e lo introducono nelle segrete stanze. Da qui un coinvolgimento nel clamoroso «affare della collana» di Maria Antonietta lo trascina nella Bastiglia, da cui uscirà per involarsi a Roma; ma qui la moglie lo denuncia come mago, eretico, cospiratore e frammassone alla Santa Inquisizione, che gli commina una condanna a morte commutata dal papa in carcere perpetuo. Nella fortezza-prigione di San Leo Cagliostro troverà la morte solo dopo la follia, a ribadire l'esistenza di numerosi chiaroscuri nel secolo dei Lumi.  

 

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