Agostinho Neto

Ícolo e Bengo, 17 settembre 1922 – Mosca, 10 settembre 1979

È pubblicando un libro di poesie in lingua portoghese che sul finire degli anni Quaranta il figlio d’un pastore metodista, Agostinho Neto, si segnala quale elevato interprete dei fermenti culturali che alla riscoperta della cultura indigena angolana intrecciano la rivendicazione dell’indipendenza dall’antica dominazione portoghese. Ma l’attività politica che affianca alla poesia quale membro del Movimento Popular de Libertação de Angola (1957) gli vale persecuzione e carcere anche quand’è a Lisbona studente di medicina. Riuscito a fuggire in Marocco ed eletto Presidente del MPLA (1962), Agostinho Neto dirige la lotta armata contro il governo coloniale portoghese finché dal Portogallo la Rivoluzione dei Garofani (1974) non avvicina drasticamente l’indipendenza: allora contro Neto si sollevano gli altri due gruppi indipendentisti angolani, il Frente Nacional de Libertação de Angola (FNLA) e l’União Nacional de Independéncia total de Angola (UNITA), spalleggiati da Stati Uniti, Zaire e Sudafrica, ma con l’appoggio sovietico e il sostegno militare di Castro il MPLA saprà tenere la capitale Luanda per dichiarare l’indipendenza e insediare il marxista Neto come primo Presidente (1975). Un cancro al pancreas gli lascerà vedere solo le prime fasi della guerra civile che insanguinerà l’Angola per i venticinque anni successivi.


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