Ottobre in Europa - Eureka

Il duello tra Madrid e Barcellona

«C'è un'alternativa alla politica estera di isolamento, paura, protezionismo, e contrapposizione, ed è quella Europea». Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell'Unione Europea, durante un intervento al Parlamento Europeo.
 

FOCUS SPAGNA ¡No pasarán!

Negli ultimi anni, l’indipendentismo catalano è stato essenzialmente un movimento politico. I discorsi, le dichiarazioni, e una certa narrativa nazionalista hanno dominato il dibattito che ha portato alla richiesta di indipendenza. In ogni caso, in quello che sembra il finale di un esteso processo politico, si combatte una battaglia per la legittimità costituzionale. Da una parte, le istituzioni spagnole, strutturate intorno alla costituzione del 1978, approvata da un referendum popolare, supportata anche da una buona maggioranza di elettori catalani.  Dall’altra, c’è la questione delle istituzioni catalane, create da una serie di leggi approvate dal parlamento regionale, che adesso si fa forte proprio di quel sostegno popolare espresso nel risultato del referendum dello scorso ottobre. L’applicazione, per la prima volta nella storia della Spagna, dell’articolo 155 della costituzione spagnola ha permesso al governo di Mariano Rajoy di acquisire le competenze trasferite alla Comunità autonoma catalana, al fine di ritornare all’ordine costituito. Questo intervento ha accelerato lo scontro tra i due assetti istituzionali. Nonostante che il governo catalano sia stato destituito a seguito dell’invocazione dell’articolo 155, i membri del governo di Barcellona ritengono di poter governare in virtù della legittimazione espressa dal nuovo ordine giuridico, e non a causa della sovranità spagnola.
 

Nonostante che il governo catalano sia stato destituito a seguito dell’invocazione dell’articolo 155, i membri del governo di Barcellona ritengono di poter governare in virtù della legittimazione espressa dal nuovo ordine giuridico


In ogni caso, il governo di Rajoy si è risolto nel prendere l’iniziativa dopo essere stato criticato per molto tempo a causa della sua inattività. In modo strategico, ha invocato le elezioni regionali quanto prima, visti i tempi prescritti dalla costituzione – si terranno il 21 dicembre, ma i partiti dovranno presentarsi prima del 17 novembre – con l’obiettivo di raggiungere una soluzione per via costituzionale. I partiti pro-indipendenza si trovano adesso a un bivio. Presentarsi o non presentarsi alle elezioni? Questo è il dilemma. Da una parte, gli elettori catalani hanno la possibilità di mandare avanti il processo di indipendenza dalla Spagna, ma ciò potrà avvenire solo come un discorso politico, e non de facto. In questo caso, gli elettori potranno scegliere di non presentarsi ai seggi, così da non accettare in maniera tacita la legislazione spagnola. Ma la forza espressa nelle ultime settimane in virtù della costituzione spagnola, così come l’assenza di supporto internazionale, rendono molto dubbio il successo di questa opzione. Dall’altra parte, gli elettori catalani potranno rinunciare a chiedere l’indipendenza, presentandosi alle urne. Questa opzione, forse la più probabile, consentirà loro di mantenere il partito di governo regionale, chiaramente favorito. Il problema è che andare alle urne significherebbe accettare la posizione di Madrid, e rinunciare all’indipendenza, almeno per il momento. Oltretutto, si potrebbe verificare una frattura nella coalizione indipendentista, e l’elettorato autonomista potrebbe sentirsi frustrato. Il dilemma creato da Rajoy obbliga gli elettori catalani a decidere tra due opzioni che confliggono con i loro interessi: ignorare la voglia di indipendenza e rispettare l’ordine costituzionale spagnolo, o perdere il proprio potere battendosi per l'autonomia, affrontando la decisione di indipendenza senza alcun sostegno internazionale, e senza sapere quanto la Catalogna rischia di perdere.

Javier Hidalgo Tostado
Traduzione di Carmen G. L.-Asiain e Leonardo Zanobetti


CALENDARIO In Europa, a settembre

4 ottobre ► L'Ungheria rischia di essere portata dalla Commissione europea di fronte alla Corte di giustizia per infrazione ai diritti delle organizzazioni senza scopo di lucro, se la seconda fase della procedura avviata dalla Commissione non avrà esito positivo.
12 ottobre ► Il negoziatore europeo, Michael Barnier, ha dichiarato che persistono frizioni sul conto della Brexit che il Regno Unito dovrà pagare; David Davis, suo omologo per Londra, si è invece dimostrato ottimista.
15 ottobre ► Sebastian Kurtz, giovane promessa della politica austriaca, ha trionfato alle elezioni legislative con il proprio partito di estrema destra.
16 ottobre ► Il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, rispondendo a chi chiedeva pareri sulla cena che avrebbe avuto con Theresa May, la premier britannica, ha ironizzato sull'esito, proponendo di verificare i risultati ''dell'autopsia'' il giorno dopo.
16 ottobre ► Una giornalista maltese, Daphne Caruana Galizia, è stata assassinata con dell'esplosivo nascosto nella sua auto. La giornalista stava investigando su fenomeni di corruzione all'interno del proprio Paese, sulla scia dei Panama Papers.
23 ottobre ► Tramite lo strumento predisposto dall'Unione Europea per le petizioni dei cittadini, 1.3 milioni di europei hanno richiesto alla Commissione di considerare di mettere al bando un erbicida, sospettato di essere cancerogeno.
24 ottobre ► Secondo quanto presentato dal ministro Carlo Calenda, l'Italia abbandonerà l'utilizzo del carbone per l'energia dal 2025.
25 ottobre ► Accuse di molestie sessuali coinvolgono anche il Parlamento europeo, che ha dedicato una sessione al tema. «Una donna su tre è stata vittima di abusi» - è intervenuta Cecilia Malmstrom, commissario al commercio, «ma le statistiche non tengono conto delle storie personali».
26 ottobre ► La Banca Centrale Europea ridurrà il proprio intervento nei mercati avviato nell'ottica del quantitative easing, portando gli acquisti mensili di titoli dal valore di 60 miliardi mensili alla metà, a partire da gennaio 2018. L'intervento, tuttavia, rimarrà attivo almeno fino a settembre 2018.

 

SPUNTI per l'Europa
The New York Times A #MeToo Moment for the European Parliament
Euractiv The EU must get involved in the crisis in Catalonia
Corriere della Sera Non si può chiedere all'Europa di entrare nell'arena spagnola


Parte della serie Eureka, la rassegna europea

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