L'esercito tedesco, tra Macron e YouTube | Eureka

Per far fronte alla crisi delle forze armate tedesche, si ricorre anche a YouTube

«Io sono certo che la UE abbia un futuro. Basta fare visita a un cimitero militare per rendersi conto di qual è l'alternativa all'unificazione europea». Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione, in una recente intervista al quotidiano la Repubblica.

 

Tre soldati armati fino ai denti, due dei quali a volto coperto. Sullo sfondo si staglia una foresta tropicale. Sotto i militari campeggia lo slogan “Kämpfe nie für dich allein”, “Non combattere mai solo per te stesso”.
I poster sono ovunque: nelle stazioni, lungo le strade, davanti ai supermercati. Non è una nuova serie di Netflix, ma un docu-reality prodotto dalla Bundeswehr, l’esercito tedesco. Nelle puntate, disponibili per intero su YouTube, si vive in prima persona il duro addestramento delle truppe d’élite del Kommando Spezialkräfte (KSK) nelle foreste del Belize. È questa una delle ultime, costosissime iniziative pubblicitarie con cui la Bundeswehr tenta di raggiungere i più giovani.
Già da qualche anno l’esercito di Berlino lamenta una grossa carenza di reclute, in particolare di personale specializzato. È da interpretare in questo senso anche l’apertura dell’ispettore generale Eberhard Zorn, massima carica militare della Germania, al reclutamento di cittadini provenienti da altri stati dell’Unione Europea. Secondo un documento pervenuto al settimanale Der Spiegel, il Ministero della Difesa vorrebbe attrarre principalmente cittadini polacchi, italiani e rumeni tra i 18 e i 40 anni che risiedono già da tempo in Germania. Questi tre gruppi, se sommati, costituiscono la metà degli stranieri provenienti da Paesi dell’Unione che vivono in Germania.
Il numero di soldati tedeschi è in leggera salita dopo il crollo del 2016, quando gli effettivi erano circa 175mila. Entro il 2025 si vogliono raggiungere le 203mila unità, come dichiarato dal Ministro della Difesa Ursula von der Leyen. Il problema principale restano le forze specializzate. A mancare sono soprattutto medici e informatici.
 

Il numero di soldati tedeschi è in leggera salita. Dai circa 175mila del 2016 entro il 2025 si vogliono raggiungere le 203mila unità


Anche il budget per la Difesa è in crescita. Per il 2019 sono stati stanziati quasi 43 miliardi di euro. Una cifra ben lontana dal 2% del PIL previsto dagli accordi NATO del 2014, ma che conferma l’intenzione della Germania di giocare un ruolo sempre più importante all’interno della NATO e dell’Unione Europea. L’Italia, con i tagli alle spese militari previsti nella legge di bilancio, spenderà quasi la metà.
La spinta per gli investimenti della Germania sembra arrivare più da Ovest che da Est, con un Macron pronto a raggiungere la quota del 2% entro il 2025. Sono proprio Francia e Germania a voler prendere le redini delle questioni militari nell’Europa post-Brexit. Lo dimostrano anche le recenti dichiarazioni dei rispettivi capi di Stato, dettisi entrambi a favore della costituzione di un esercito europeo. Un progetto difficilmente realizzabile e sicuramente controverso, che nasce però dall’intenzione di slegarsi dall’America di Trump.
Il sito della Bundeswehr dedica una sezione speciale all’alleanza con la Francia. Il titolo della pagina è “In profonda amicizia”. Oltre alle missioni congiunte in Mali, qui si celebrano gli “impulsi decisivi” verso una politica di difesa unitaria. Impulsi dati anche di recente, in occasione del centenario dell’armistizio del Novembre 1918, con le celebri immagini di Merkel e Macron abbracciati.
La continuità su questa linea dipenderà molto dal futuro politico della Germania alla fine dell’era Merkel. Una futura coalizione di governo senza i Verdi sembra impensabile. Sulle questioni militari il partito ecologista si ritrova spesso spaccato tra pacifisti incalliti e hardliner del patto atlantico. Un’altra questione da risolvere entro la fine di questa legislatura, da cui passerà una buona fetta di futuro dell’Unione.

Francesco Collini

 


CALENDARIO In Europa, a dicembre
10 dicembre ► La Corte di Giustizia dell'UE ha confermato che il Regno Unito può, in teoria, revocare unilateralmente la procedura di uscita dall'Unione Europea.
11 dicembre ► Ai mercatini di Natale di Strasburgo, l'attentatore affiliato all'ISIS Chérif Chekatt ha ucciso 5 persone e ferite altre 11. Tra questi, l'italiano Antonio Megalizzi, caporedattore di Europhonica, una radio con cui sognava di unire l'Europa.
13 dicembre ► Il governo Orbàn ha varato una controversa riforma del mercato del lavoro che, tra le altre cose, innalza in modo consistente il tetto alle ore di straordinario.
15 dicembre ► Si è conclusa a Katovice, in Polonia, la Conferenza annuale sul cambiamento climatico, COP24.


SPUNTI per l'Europa
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