Giorgio Almirante

Salsomaggiore, 27 giugno 1914 – Roma, 22 maggio 1988

Discendente di una stirpe di aristocratici e teatranti, il giovane Almirante si laurea in Lettere per entrare nella stampa a Il Tevere prima ed a La difesa della razza poi, ma la guerra lo spedirà in Nordafrica finché di nuovo Cassibile lo riporta in Italia a servire, all’interno del Minculpop e in armi, la Repubblica di Salò. Di quel Movimento Sociale Italiano di cui sarà per quarant’anni prima cifra fondamentale e poi anima, Giorgio Almirante vorrà fare, dopo le turbolenze dell’immediato dopoguerra e contro inesauribili spinte centrifughe, il nucleo di una grande nuova destra italiana; ma nonostante le istanze modernizzatrici Almirante non potrà (né vorrà) rinegoziare davvero il passato fascista, specie di fronte a quella militanza più antisistema che negli Anni di Piombo si trasformerà in parte in quel nero terrorista ed eversivo che stronca politicamente le ambizioni di un MSI incapace di prendere una posizione in grado di significare e contrario una resa allo status quo democratico. A quest’aporia Almirante negli anni Ottanta tenterà di porre rimedio avviando una moderazione generale del partito che troverà espressione, oltre che nel simbolico gesto di commiato alla bara di Berlinguer, nella designazione di Gianfranco Fini a suo successore.


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